Pastiera napoletana

Se c’è una casa dei miei ricordi che non dimenticherò nonostante il tempo è la casa dei miei nonni…La mia casa di sempre! Un posto accogliente, ordinato e pulito dove i profumi sono il segreto di un’alchimia perfetta tra il ricordo ed il tempo. È bello tornare al paese a casa dei nonni . Ogni volta che torno lì  mi immergo nei ricordi che riaffiorano piano piano . Basta un oggetto, un luogo e in un attimo torno bambina, respiro l’aria di tanti anni fa,sento rumori remoti e felici.Se chiudo gli occhi posso addirittura sentire i profumi di quella casa . Profumo di sapone di Marsiglia,di bucato steso al sole,di pasta al forno e ragù della domenica, di crostata e marmellata fatta in casa. Apro l’armadio della nonna e posso sentire ancora l’odore della naftalina. Ecco, io certe cose, certi momenti li metterei proprio in naftalina…Per non perderli mai…ricordi indelebili che conservo gelosamente nel mio cuore come quelli legati alla santa Pasqua e alle sue meravigliose tradizioni. Mi sembra di vedere ancora adesso la nonna,napoletana doc, che il giovedì santo iniziava la preparazione dei dolci pasquali e non poteva assolutamente mancare la pastiera…una tortura per noi bambini,con i meravigliosi profumi che si spandevano per la casa e la proibizione di assaggiare perchè bisognava resistere fino alla domenica. Eh si perchè secondo la nonna,il giovedì,è il giorno della pastiera di grano o, per meglio dire, delle pastiere da dispensare a parenti e amici. Impossibile anticipare o posticipare. Non ricordo giorno dei “sepolcri” della mia fanciullezza o gioventù che nella mia memoria olfattiva non profumi di pastiera. Una tradizione che rispetto ancora oggi nella mia famiglia…non c’è Pasqua senza pastiera!

Si inizia dalla mattina facendo bollire il grano nel latte unito a una noce di burro e una scorza di limone. Nel frattempo si insaporisce la ricotta con lo zucchero e si lascia riposare. Nel pomeriggio, dopo pranzo, si uniscono alla ricotta setacciata e allo zucchero, le uova e i mille profumi che rendono unico questo dolce pasquale. In ultimo questa sorta di crema viene arricchita con il grano. E’ poi il momento della pasta frolla, terminata la quale si stende col mattarello per foderare gli stampi e versarvi il ripieno, ricoperto alla fine con piccole striscioline di pasta frolla. A questo punto la pastiera è pronta per essere infornata. Importante è calcolare bene i tempi. Il tutto deve essere terminato per l’ora in cui iniziano le celebrazioni eucaristiche della giornata, in particolare per andare ad onorare “i sepolcri”.

Il giorno seguente, il venerdì, è assolutamente vietato assaggiare la pastiera. Non ricordo mai di averla assaporata nel giorno prima della crocifissione di nostro Signore. Nessun evento ha mai fatto desistere mia nonna dall’impedirci di infrangere questa regola che, sembra, fosse giustificata un tempo dalla presenza tra gli ingredienti dello strutto di maiale, vietatissimo il venerdì di Quaresima.

La pastiera a casa mia non si mangia neanche il sabato a colazione. L’ok al consumo di questo dolce scatta dopo mezzogiorno, subito dopo il suono delle campane della Resurrezione Quindi non potendo pranzare con la pastiera, il suo assaggio viene posticipato a fine pasto,quando finalmente si può gustare la regina dei dolci pasquali in tutta la sua bontà!

La ricetta attuale è stata perfezionata proprio nei conventi, tanto che divennero celebri le pastiere delle suore di San Gregorio Armeno, nel centro storico di Napoli. Si racconta che Maria Teresa d’Asburgo, seconda moglie di Ferdinando di Borbone, soprannominata la regina che non sorride mai, assaggiandone una fetta scoppiò a ridere. La pastiera è un inno alla cucina con lentezza. Perché tutto, dall’impasto all’involucro, ha bisogno dei suoi tempi per acquisire sapore. Regalatevi il lusso di prepararla in casa almeno una volta. Ne vale la pena.

Anche quest’anno sulla mia tavola di questa Santa Pasqua un po’ insolita,non ho fatto mancare questo delizioso dolce ed ho voluto condivere con voi la ricetta che è quella di mia nonna e a cui sono particolarmente legata,risulta ben bilanciata,il ripeno rimane umido e profumato.Credo che ognuno abbia la sua ricetta del cuore e non voglio insegnare nulla a nessuno,ma questa ricetta è per me la più buona del mondo sarà perchè è la ricetta dei dolci ricordi!

INGREDIENTI PER UNO STAMPO DA PASTIERA DI 26 CM DI DIAMETRO:

PER LA PASTA FROLLA:

450 gr di farina 00

200 gr di zucchero semolato

200 gr di burro fredoo di frigo

3 uova

la buccia grattugiata di un limone bio

1 bustina di vanillina

PER IL RIPIENO:

450 gr di grano precotto( io ho usato “Chirico”)

500 gr di ricotta di pecora

3 uova intere

1 tuorlo

300 gr di zucchero

100 ml di latte

30 gr di burro

50 gr di cedro candito

50 gr di arancia candita

la buccia grattugiata di un limone bio

acqua di fiori d’arancia a piacere ( io ho usato due fialette di fiori d’arancia “Chirico”)

PROCEDIMENTO:

PREPARARE LA PASTA FROLLA. Mettere la farina setacciata a fontana su una spianatoia,  aggiungere al centro lo zucchero, le uova, la vanillina, la buccia del limone e il burro a tocchetti. Impastare velocemente con le mani fino a ottenere un composto omogeneo ed elastico, senza lavorarlo troppo. Formare una palla, avvolggerla nella pellicola per alimenti e metteterla in frigo per almeno un’ora.PREPARARE ORA IL RIPIENO. Mettere in una casseruola il grano, il burro, il latte e la buccia del limone e cuocere a fuoco lento per circa 10 minuti, fino a ottenere un composto cremoso, mescolando di tanto in tanto, spegnere e fare raffreddare completamente. In una ciotola passare al setaccio la ricotta,aggiungere lo zucchero e mescolare.Aggiungere le uova intere uno alla volta volta e il tuorlo e mescolare,aggiungere poi il cedro e l’arancia candita,e infine l’acqua di fiori d’aranciodi fiori d’arancio.Mescolare bene tutti gli ingredienti e, in ultimo, unire il grano freddo. Riporre il composto in frigorifero. Imburrare e infarinare uno stampo rotondo da 26 cm di diametro.Dividere la pasta frolla mettendone da parte un terzo. Stendere la parte di pasta più grande con il mattarello a un’altezza di circa mezzo centimetro e formare un disco.Non usare altra farina mentre stendete la pasta, potete aiutarvi con due fogli di carta forno.Rivestire la teglia con il disco di pasta fino ai bordi (la teglia deve avere un’altezza di 5-6 cm), versare il composto,di ricotta e grano all’interno dell’involucro di pasta frolla fino a due cm dal bordo. Formare ,con la pasta frolla rimanente tante strisce e collocarle a una distanza di 3 cm dall’una dall’altra sul ripieno a formare un intreccio. Cuocere la pastiera in forno preriscaldato a 180 °per 80 minuti circa, sino a quando sarà cotta.  Non preoccupatevi se la pastiera si gonfierà durante la coltura,si sgonfierà con il raffreeddamento. Sfornare e fare raffreddare. Volendo si può spolverizzare di zucchero a velo.

Tsoureki brioche greca

53617015_387464121809298_5021895372750979072_n

53585094_306455033403456_8700329227330781184_n

Buongiorno a tutti e ben ritrovati! Credo che la passione, la curiosità e la fantasia rendano colorata la nostra esistenza.  Io sono molto curiosa, guardo, ascolto, assaggio, sperimento e cosa più importante, non sono mai prevenuta,ho imparato ad apprezzare il diverso in ogni cosa! Ultimamente mi sto cimentando nella preparazione di nuovi lievitati dalle forme e dai gusti particolari: oggi vi presento lo tsoureki, lo conoscete?Si tratta di una brioche leggermente dolce tipica della Grecia, tradizionalmente preparata in primavera in prossimità della Pasqua,per rompere il digiuno. Viene preparato esattamente il Giovedì Santo e servito la domenica di Pasqua con un uovo colorato di rosso, che simboleggia la vita ,la rinascita e la resurrezione Io ho voluto provarlo subito, non potevo attendere ancora,mi ha  affascinato molto la sua forma a treccia a quattro capi e il suo aspetto liscio e lucido. Il suo sapore è aromatico e ha un profumo meraviglioso grazie alla presenza della buccia d’arancia e di alcune spezie nell’impasto come il cardamomo,il mahlepi o mahlab,una spezia ricavata dai noccioli del ciliegio selvatico e la mastika,una resina ricavata da un albero della famiglia del pistacchio,originario dell’isola di Chios ,in Grecia. Lo tsoureki è carico di simbologie. La sua forma a treccia è documentata fin da epoca bizantina e rappresenta l’eternità. Anche il rosso dell’uovo è molto importante: si tramanda che colorare le uova di rosso fosse usanza già radicata negli ebrei contemporanei di Cristo. Questo colore rappresenta la vita ed è un colore protettivo, si pensi agli usci degli ebrei dipinti con il sangue per tener lontane le piaghe d’Egitto. Con il tempo il rosso passò ad indicare il sangue di Cristo sulla croce, che non a caso lava via il peccato. Le uova simboleggiano la nascita e la rinascita e quindi anche la resurrezione. Una tradizione greca molto antica è quella di tenere l’uovo rosso in mano in posizione eretta mentre un’altra persona cerca di battere il guscio con l’estremità del proprio uovo per romperlo. Chi ci riesce sarà considerato il fortunato dell’anno. Lo tsoureki è’un lievitato che si impasta facilmente anche a mano e la sua lavorazione non è particolarmente complicata. E’ adatto per la colazione e per la merenda, si conserva benissimo per 2-3 giorni, e la consistenza è quella delle brioches siciliane con cui si usa accompagnare la granita, il sapore è delicatamente dolce, tale da essere adattissimo da abbinare ai formaggi o al miele o anche a marmellate e creme spalmabili al cioccolato e alla nocciola. Se risultasse difficile reperire le spezie,che io ho avuto la fortuna di acquistre in Grecia, si può tranquillamente utilizzare oltre al cardamomo, l’anice in polvere o il liquore di anice. Inoltre si può cuocere in uno stampo da plumcake unto con un po’ d’olio. Vi posto anche una fotografia con il passo passo per ottenere la treccia a quattro capi. La ricetta è tratta dal libro “Come si fa il pane” di Emmanuel Hadjiandreou, un grande maestro di panificazione.

Non vi resta che leggere e provare la ricetta di questo delizioso lievitato che a noi è piaciuto tantissimo… lo rifarò sicuramente!

53622446_339152650046742_4419967891038797824_n

54257870_424815101588181_4032860358346539008_n

INGREDIENTI

PER IL PREFERMENTO:

40 gr di farina 0
50 gr di acqua tiepida
15 gr di lievito di birra fresco
PER L’IMPASTO:

30 gr di burro (più un pizzico di sale)
80 gr di zucchero
la scorza grattuggiata di 1/2 arancia bio
4 gr di mahlepi/mahleb
4 gr di  mastika
4 gr  di cardamomo in polvere
1 uovo medio
200 gr di farina 0

1 uovo medio, sbattuto con un pizzico di sale, per spennellare

Note: Al posto del mahlepi e della mastika qualora fossero difficili da reperire,utilizzare l’anice in polvere o liquore di anice

La ricetta originale prevede 40 gr di lievito di birra secco o 20 gr di lievito di birra secco

54521060_310409962992751_6484584891001339904_n

PROCEDIMENTO

In una ciotola grande, mettere il lievito, versare l’acqua e mescolare finchè il lievito si scioglie completamente. Unire i 40 gr di di farina e mescolare bene con un cucchiaio di legno. Questo è il prefermento.Coprire la ciotola e fare fermentare il composto in un posto fresco finchè non raddoppierà di volume, circa 30 minuti. Nel frattempo, sciogliere il burro in una casseruola.Unire lo zucchero al burro fuso e abbassare la fiamma al minimo. Mescolare con un cucchiaio di legno. Quando è sciolto, togliere dal fuoco e unire la scorza di arancia e le spezie. Fare raffreddare mescolando ogni tanto.Sbattere l’uovo nel composto con il burro finchè tutto è ben amalgamato.Quando il prefermento è pronto scoprirlo : dovrebbe avere un aspetto spugnoso, unire quindi i 200 gr di farina, il composto con il burro e lavorare bene. Coprire e fare riposare 10 minuti. Trascorso il tempo indicato, lasciando l’impasto nella ciotola, fare il primo giro di pieghe : tirare una parte dell’impasto da un lato e premerlo al centro. Girare leggermente la ciotola e ripetere l’operazione con un’altra porzione d’impasto. Ripetere per  8 volte. L’intero processo dovrebbe durare 10 secondi e l’impasto dovrebbe fare resistenza.Coprire la ciotola e far riposare altri 10 minuti.Ripetere per altre due volte la fase delle pieghe, rispettando i 10 minuti di riposo tra le fasi. Coprire con pellicola per alimenti e fare lievitare per 1 ora.Quando l’impasto è raddoppiato di volume, sgonfiare con il pugno. Spolverare di farina un piano di lavoro pulito. Trasferire l’impasto e dividerlo in 4 parti uguali: pesare ogni pezzo.Formare con ogni pezzo un salsicciotto di circa 25-30 cm, più stretto all’estremità. Appoggiare sul piano di lavoro agni salsicciotto, uno accanto all’altro formando una “V”, sigillando bene le estremità alla base della “V”. A questo punto intrecciare l’impasto nella classica forma dello tsoureki come è mostrato nella foto

53628867_827184137617267_2124988731017396224_n

53574203_2912734375675887_3383354049268023296_n

Assicurarsi che le estremità dello tsoureki siano ben fissate e ripiegarle leggermente al di sotto della treccia, appoggiarlo ora su una teglia rivestita con carta forno,oppure metterlo in uno stampo da plumcake di 15×10 cm leggermente unto di olio.Coprire e lasciare lievitare finchè non raddoppierà di volume.Circa 20 minuti prima di infornare accendere il forno a 240°C. Fare scaldare una teglia sul fondo del forno. Riempire d’acqua una tazza e mettere da parte.Quando lo tsoureki è lievitato, spennellare la superficie con l’uovo sbattuto.Infornare, versare l’acqua nella teglia posizionata sul fondo del forno e abbassare la temperatura a 200°C. Cuocere per circa 20 minuti o finchè non è ben dorato. Una volta cotto sfornarlo e farlo raffreddare su una griglia.

54385155_767530970300129_2202623700866433024_n

53556646_320871168787810_9018240821090058240_n