Maritozzi

Oggi vi presento un dolce molto famoso, simbolo della pasticceria romana…sua maestà..il maritozzo.Rappresenta una vera istituzione nella capitale, tanto da essere definito “l’ottavo Re di Roma.
Credo che affondare i denti in questa brioche così soffice e morbida stracolma di panna sia pura poesia.

Il maritozzo esisteva già ai tempi dell’antica Roma. In origine era una grossa pagnotta di pasta lievitata a base di farina, uova, miele, burro e sale. Le massaie lo preparavano per braccianti e pastori, che restavano fuori casa tutto il giorno e avevano bisogno di portare con sé cibo per nutrirsi. Da questa versione primordiale sono nati i maritozzi moderni, più soffici e di dimensioni più piccole.

Nel Medioevo, il maritozzo era chiamato, scherzosamente, “Er Santo Maritozzo” o “Quaresimale“, perché era l’unico dolce che era lecito mangiare per interrompere il digiuno della Quaresima.

Il nome “maritozzo” deriverebbe dal fatto che questo dolce veniva regalato dal fidanzato alla promessa sposa, come dono di buon auspicio, il primo venerdì di marzo, corrispondente all’odierno San Valentino. “Maritozzo” sarebbe, dunque, una deformazione giocosa della parola “marito“. Per l’occasione, sulla superficie venivano aggiunte decorazioni di zucchero a forma di cuore e al suo interno era nascosto un anello o un oggetto d’oro per la futura moglie.

Io l’adoro…ne ho provati tanti in diverse pasticcerie romane,ma ovviamente ho voluto prepararli in casa e assaporarli a colazione con la mia famiglia.
Di ricette sul web ce ne sono tante…tempo fa avevo seguito sul gruppo Facebook di Paoletta Sersante del blog “Anice e cannella”,un evento,tenuto da lei,su di un impasto brioche che aveva all’interno la crema pasticcera e che si prestava tranquillamente alla formatura dei matitozzi…finalmente l’ho provato e devo dire che il risultato è straordinario! Un impasto soffice e profumato assolutamente perfetto…d’altra parte le ricette di Paoletta sono una garanzia!

LA PASTA BRIOCHE

Ingredienti:

525 gr di farina W350 circa
135 gr di latte freddo
150 gr di uova intere (3 uova medie)
80 gr di zucchero
100 gr di burro + 20 gr aromatizzato
20 gr di lievito di birra fresco
9 gr di sale
Buccia grattugiata di 1 arancia o 1 limone
25 gr di crema pasticcera
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (in alternativa i semini di una bacca nel burro aromatizzato)

Crema pasticcera: (da preparare il giorno precedente)
150 gr di latte
100 gr di panna fresca
Buccia di 1 limone
2 tuorli
60 gr di zucchero
20 gr di amido di riso (o 10 di amido di mais + 10 di fecola)
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di Rhum
Aromatizza il latte con la buccia del limone e procedi come per una normale crema pasticcera. A fine cottura aggiungi un cucchiaio di Rhum e mescola bene.

Burro aromatizzato: (da preparare il giorno precedente)

In un pentolino metti, su fuoco dolce, i 20 gr di burro, attendi che se ne sciolga la metà, togli dal fuoco, aggiungi le bucce grattugiate degli agrumi edibili; rimetti sul fuoco e, ai primi sfrigolii, spegni, mescola, aggiungi i semini di una bacca di vaniglia e copri subito.
Metti in frigo e porta a t.a. una mezz’ora prima di impastare, va usato cremoso.

Impasto brioche:

Nella ciotola dell’impastatrice versa il latte, 2 cucchiai rasi dello zucchero preso dal totale e mescola.
Aggiungi i 3 albumi leggermente sbattuti, quindi 325 gr circa di farina (presa dal totale) e il lievito sbriciolato. Impasta a bassa velocità fin quando la farina si è ben idratata.
Poi aumenta la velocità e attendi che l’impasto si aggrappi quasi del tutto alla foglia.

Prosegui inserendo un tuorlo alla volta, seguito da un terzo dello zucchero rimasto e da un paio di cucchiai di farina. Quindi aggiungi anche il sale.
Ribalta l’impasto ad ogni inserimento, o comunque quando lo richiede.

È importante che, prima di ogni inserimento, l’impasto torni in corda e si aggrappi quasi completamente alla foglia.
Inserisci la farina rimanente a spolveri alternandola alla crema pasticcera. Termina con uno spolvero di farina.

Unisci il burro spatolato, a piccoli fiocchi e in tre volte. Dopo ogni inserimento ribalta l’impasto.
Aggiungi poi il burro aromatizzato con la stessa modalità.

Capovolgi la massa e impasta ancora per una ventina di secondi.
Inserisci il gancio e accendi la macchina aumentando gradatamente la velocità fin quando l’impasto si avvolge completamente. Ferma subito la macchina, ribalta e ripeti la stessa operazione.

Controlla il velo e la t. di fine impasto, che deve essere circa 26°-28°.

Arrotonda l’impasto, ponilo in una caraffa o ciotola, copri e attendi il raddoppio del volume.

Aiutandoti con un leggerissimo spolvero di farina sul piano, fai le pieghe di forza, poi copri e metti in frigo con la chiusura sotto per circa 20’ o per 8-12h. Il frigo deve essere a 4°.
Tira fuori dal frigo e forma delle sfere di 80 grammi, pirlale leggermente e falle lievitare fino al raddoppio. Spennellali con un albume e cuocili in forno statico a 175° per 15- 18 minuti.

Pane dipinto a lievitazione naturale

Fare il pane mi rilassa,è un gesto lento,che richiede cura,tempo,pazienza ma anche tanto studio. Mi piace sentire il profumo della farina e del lievito,la consistenza dell’impasto tra le mani,,la gioia nel vederlo crescere e l’aroma fragrante che si sprigiona in casa quando lo inforno. Ormai panifico molto spesso,il pane non lo compro quasi più,e ogni volta imparo qualcosa di nuovo,faccio tesoro degli errori che commetto e cerco di correggerli. Studio tanto su libri,e cerco di apprendere la tecnica da chi è molto bravo e ha già tanta esperienza. Il pane che vi mostro oggi mi ha riempito di gioia! Finalmente ho ottenuto la consistenza che desideravo,la croccantezza meravigliosa della crosta,la morbidezza giusta della mollica alveolata ma non troppo. Un pane semplice semplice a lievitazione naturale,molto profumato con una crosta croccantissima. Ho utilizzato una farina molto forte( 14 proteine),perchè le proteine sono necessarie per la formazione della maglia glutinica che intrappola l’anidride carbonica per la formazione dell’alveolatura. L’idratazione è del 75%,in modo da permettere al glutine di svilupparsi bene e permettere all’anidride carbonica di espandersi. E’ molto importante non far lievitare troppo il pane,o l’anidride carbonica espandendosi troppo rompe la maglia glutinica e il pane non si sviluppa il altezza e collassa.Ho inoltre dato a questo pane un aspetto particolare, ho dipinto sulla supeficie dei papaveri e dei piccoli fiorellini bianchi utilizzando i coloranti alimentari. Mi piace tanto dipingere ma sul pane non l’avevo mai fatto! Avevo visto un pane dipinto meraviglioso realizzato dalla mia bravissima amica Gabriella Michetti e me ne sono innamorata e così ho deciso di realizzarlo anch’io. Mi sono divertita tanto tanto…che dite vi piace??!! Vi lascio la ricetta del pane e vi spiego come ho relizzato i papaveri…è comunque semplicissimo! La ricetta è quella del pane no knead del canale You Tube ” Pane semplice di Mena”.

INGREDIENTI

400 gr di farina forte( io ho utilizzato una manitoba con proteine 14)

300 gr di acqua

100 gr di licoli

10 gr di sale

PROCEDIMENTO

Sciogliere il licoli nell’acqua fino a formare una fitta schiuma. In una capinte ciotola,inserire la farina,versare su di essa tutta l’acqua con il licoli e mescolare con un cucchiaio fino a far assorbire tutta l’acqua e fin quando tutta la farina risulta bagnata. Raccogliere i residui dal bordo della ciotola,coprire con pellicola per alimenti e lasciare riposare per 30 minuti a temperatura ambiente. Trascorso questo tempo aggiungere il sale e dare un primo giro di pieghe in ciotola,poi coprire nuovamente con pellicola per alimenti e lasciare riposare un’altra mezz ‘ora. Trascorso questo tempo dare un secondo giro di pieghe ,coprire e lasciare riposare altri 30 minuti. L’impasto deve acquisire consistenza. Trascorsi questi altri 30 minuti,rovesciare l’impasto su di un piano di lavoro e dare qualche piega slap & fold. Inserire l’impasto in un contenitore leggermente oliato, dai bordi alti e dritti e non svasati,perchè l’impasto deve salire e non allaggarsi. Segnare con un pennarello l’altezza dell’impasto e aggiungere un altro segno che corrisponde al doppio dell’altezza ed è lì che l’impasto deve arrivare al suo raddoppio. Coprire il contenitore con un coperchio o con pellicola per alimenti e far partire la lievitazione a temperatura ambiente. L’impasto deve alzarsi di un centimetro. A questo punto inserire il contenitore in frigorifero e lasciarlo lievitare per 12 ore. Trascorse queste ore ,togliere il contenitore dal frigo e lasciarlo lievitare fino al raddoppio a temperatura ambiente. Una volta raddoppiato rovesciarlo su di un piano di lavoro infarinato e dare una preforma. Infarinarlo leggermente,coprirlo con un canovaccio e lasciarlo riposare per 25 minuti. A questo punto formare il filone sigillarlo bene e inserirlo in un cestito di lievitazione con la chiusura verso l’alto. Coprirlo con pellicola per alimenti e metterlo in frigo per un’ora. Trascorso questo tempo accendere il forno a 250°C e mettere al suo interno una pentola di ghisa o una in pirex. Passare il pane dal frigorifero al freezer e lasciarlo per 30 minuti.Trascorso questo tempo toglierlo dal freezer ribaltarlo su un goglio di carta forno e dipingerlo a piacere utilizzando i coloranti alimentari. Io ho utilizzato i coloranti in polvere diluiti leggermente con alcool etilico per liquori,ma si possono tranquillamente usare anche quelli in pasta. Dopo averlo dipinto praticare un taglio con la lametta,inserirlo nella pentola,coprire con coperchio e lasciarlo cuocere per 25 minuti,poi togliere il coperchio,abbassare a 200°C e far cuocere per altri 25 minuti. Ultimare la cottura a spiffero a 140°C per 15 minuti. Toglierlo dal forno e lasciarlo raffreddare completamente su una griglia in modo che perda tutta l’umidità.

Pane di timilia con datteri noci semi di zucca e semi di girasole

Oggi vi parlo del Timilia o Tumminìa,un grano duro a ciclo breve, che viene annoverato fra i “Grani Antichi”cioè quelle varietà di frumento non sottoposte a modificazioni genetiche, che non hanno subito la selezione dell’uomo, ma sono rimasti originali. In particolare “ è un grano antico Siciliano” perché si coltiva da secoli esclusivamente in Sicilia proprio per le caratteristiche climatiche.Infatti il Timilia, che è un “grano estivo”, si semina in primavera e si miete in giugno ed ha bisogno di caldo secco e di nessun tipo di trattamento di tipo antiparassitario o anticrittogamico quindi è biologico per natura al 100%.Rispetto al grano moderno, e a tutte le varietà da esso ottenute,il timilia ha la spiga più piccola per cui produce meno farina e la resa per ettaro è minore.Fu proprio la maggiore resa per ettaro e la bassa statura, più facile da trebbiare con le macchine, che dagli anni ’70 portò l’affermazione del grano moderno, nelle sue varietà come unica tipologia di grano prodotto e coltivato in Italia e nel mondo e questo provocò la scomparsa di gran parte dei grani antichi autoctoni.Il grano Timilia veniva coltivato già nel periodo greco con il nome di trimeniaios. Come ho già detto è un grano molto resistente, adatto alle coltivazioni in paesi caldi e secchi, per questo motivo prese piede nelle regioni del sud Italia come la Sicilia. Era molto diffuso in alcune zone del mediterraneo, oltre alla Sicilia si trovava anche in Portogallo, Nord Africa, Francia e Spagna, nella zona di Siviglia. Un agronomo tedesco, Hugo Werner, nel 1885 riportò alcune denominazioni con cui il Timilia veniva indicato: in Spagna, era chiamato tremesino, a Napoli tumminia, in Sicilia timilia o tremelia, in Germania Dreimonatweizen (grano dei tre mesi) e in Francia trimenia de Sicile. Oggi, grazie alla maggiore sensibilità verso le coltivazioni più naturali ed i prodotti biologici ed anche grazie alla tenacia dei coltivatori siciliani, il grano Timilia ha riconquistato un posto di riguardo nella produzione del grano in Sicilia, soprattutto nelle aree di Trapani e Palermo.La farina di Timilia è macinata a pietra seguendo le antiche tradizioni ed inoltre è una farina integrale e sana, che contiene molti oligoelementi del germe di grano e della crusca oltre ad un alto valore proteico e un basso indice di glutine.Questa farina è molto indicata per la panificazione ma deve essere utilizzata in tempi relativamente brevi – circa 4 mesi – per non perdere le sue qualità organolettiche e per non ossidarsi.La farina di Timilia, dopo la molitura, presenta un colore grigiastro, diverso dalle bianchissime farine in commercio a cui solitamente siamo abituati; i prodotti alimentari che derivano dall’impiego di questa farina sono pani integrali con un caratteristico colore scuro dell’impasto e della mollica. Il pane tipico prodotto con questa particolare farina e con lievito madre è chiamato pane nero di Castelvetrano, paesino omonimo della provincia di Trapani. Il pane di farina Timilia è molto profumato, con un buon apporto nutrizionale e si conserva per alcuni giorni morbido.Qualche giorno fa ho acquistato, in un negozio di prodotti biologici,questa magnifica farina,arrivata a casa,ho aperto il pacco e ne è venuto fuori un profumo inebriante che mi ha portato indietro nel tempo,a sapori antichi e ho voluto mettere le mani in pasta e preparare una pagnotta di pane. La ricetta è molto semplice,contempla l’utilizzo di altre farine,farina 0,farina 1e farina di farro e prevede l’aggiunta di datteri,noci ,semi di girasole e di zucca per arricchire un pane davvero molto buono e genuino.Si impasta a mano con un prefermento di 8 ore con licoli,e si realizza tranquillamente in giornata,grazie all’aggiunta di un po’ di lievito di birra.Un pane eccezionale,dalla crosta croccantissima e dalla mollica umida,morbida,con un’alveolatura fitta,con un profumo intenso e con un leggero sapore dolciastro dato dai datteri. Il suo profumo ha invaso la mia cucina e il suo sapore mi ha entusiasmato. Se vi capitasse di trovare un pacco di questa favolosa farina,portatelo a casa..ne vale davvero la pena! Vi lascio la ricetta da provare..vi conquisterà!

INGREDIENTI

PER IL PREFERMENTO(DA PREPARARE 8 ORE PRIMA):

40 gr di lievito madre anche non rinfrescato

80 ml di acqua

40 gr di farina 0

40 gr di farina di grano di tipo 1

PER L’IMPASTO FINALE:

150 gr di farina 0

100 gr di farina di grano di tipo 1

100 gr di farina di grano Tumilia

50 gr di farina di farro

1 cucchiaino di sale

250 ml di acqua

il prefermento pronto

3 gr di lievito di birra fresco

un cucchiaino di miele

150 gr di datteri denocciolati

60 gr di noci

30 gr di semi di zucca

30 gr di semi di girasole

PROCEDIMENTO

Preparare innanzitutto il prefermento,calcolando che avrà bisogno di 8 ore per maturare( io consiglio di prepararlo intorno alle 8 del mattino per avere il pane pronto per la sera). Mettere il lievito madre(licoli) in una ciotola di medie dimensioni,diluirlo con l’acqua e sbattere con una frusta a mano o con una forchetta fino a formare delle bolle. Aggiungere le farine e mescolare con un cucchiaio,fino a formare un composto omogeneo,raschaire le pareti della ciotola,sigillarla con pellicola per alimenti e lasciare riposare a temperatura ambiente per circa 8 ore fino a quando non raddoppia e non si riempie di bolle. Dopo le 8 ore ,quando il prefermento è pronto,mettere tutte le farine e il sale in una ciotola capiente e mescolare con una forchetta. Aggiungere l’acqua e mescolare con un cucchiaio fin quando sarà possibile,dopo di che lavorare con le mani facedo alcuni “apri & chiudi”(una tecnica che utilizza la mano a tenaglia che viene aperta e chiusa sull’impasto e che consente di dargli compatezza),fino ad incorporare tutta la farina. Fermarsi appena non c’è più traccia ,sigillare con pellicola per alimenti e lasciare riposare per 30 minuti. Contemporaneamente sbriciolare il lievito di birra sul prefermento e schiacciare delicatamente con un cucchiaio i pezzetti più grandi ,senza strapazzarlo troppo per non eliminare le bolle che si sono formate durante la lievitazione. Sigillare con pellicola per alimenti e lasciare riposare per 30 minuti.( il tempo di riposo è lo stesso e contemporaneo a quello della farina nella ciotola ). Intanto tagliare a pezzetti i datteri denocciolati, etagliare le noci in modo grossolano,pesare i semi di girasole e i semi di zucca. Rovesciare il prefermento sul composto d’acqua e farina e aggiungere il miele. Lavorare tutti gli ingredienti con un cucchiaio compiendo movimenti lenti ,raccogliendo l’impasto dal bordo e portarlo verso il centro ,ruotando di qualche grado la ciotola. All’inizio il composto si presenterà più denso e tenace,opporrà resistenza,e si sfilaccerà,man mano che verrà lavorato diventerà compatto ed omogeneo. Quando non ci saranno più striature,raschiare le pareti della ciotola ,sigillare con pellicola per alimenti e lasciare riposare per 15 minuti. Adesso a mani nude procedere con le pieghe in ciotola pizzicate dal bordo un lembo d’impasto ,tirarlo verso l’alto e ripiegarlo al centro .Girare appena la ciotola a sinistra,pizzicare l’angolo che si è formato sul bordo a destra e ripetere.Sarà necessario darne circa 200 senza strappare l’impasto. Adesso aggiungere le noci,i semi di zucca e i semi di girasole: distribuirli sull’impasto dare ancora qualche piega con lentezza per incorporarli e quando saranno incorporati aggiungere i datteri. Non è necessario dare molte pieghe per non spappolarli. formare una palla e sigillare la ciotola con pellicola per alimenti e lasciare lievitare fino al raddoppio ( ci vorranno un paio d’ore al massimo). Accendere per tempo il forno alla massima temperatura e inserire la pentola di ghisa. quando l’impasto è pronto ,trasferirlo sul piano di lavoro infarinato, allargarlo leggermente e delicatamente con le mani e dare due pieghe a lettera,poi formare una pagnotta rotonda senza tirare troppo i lembi perchè in corrispondenza delle noci ,dei semi e dei datteri l’impasto tenderà a strapparsi eliminado l’aria contenuta in esso. Sistemare la pagnotta nella pentola ,inciderla con una lametta ,chiudere con il coperchio e infornare immediatamente. Cuocere per un’ora .A cottura ultimata lasciarlo raffreddare su una griglia e aspettare un’ora prima di affettarla. Si mantiene bene per un paio di giorni..le fette tostate sono buonissime.